La società Kikuyu

Attualmente, la società kikuyu è organizzata secondo tre tipi di strutture: la famiglia, con discendenza patrilinea, la tribù (mbari), e una suddivisione basata sull'età e sul sesso (i riika). Quando i Kikuyu incontrarono gli Europei, la società kikuyu era ancora basata sull'Irongo. Durante il colonialismo, gli inglesi si opposero a questo sistema e lo abolirono definitivamente nel 1925.

 

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Il mito dei Kikuyu

Nella religione tradizionale kikuyu esiste un solo dio, chiamato Ngai o Mogai (adorato anche da Maasai e Kamba). Ngai vive sulla cima del Monte Kenya, che i Kikuyu chiamano KirinYaga o KerenYaga; qui egli assume la forma di MweneYaga, "potere soprannaturale".

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I kikuyo

 

.I Kikuyu ritenevano di essere i prediletti di Ngai e difesero sempre strenuamente la loro terra; particolarmente conflittuale fu il rapporto con i Masai. I Kikuyu o Gikuyu sono il gruppo etnico più numeroso del Kenya. Parlano la lingua gikuyu o kikuyu. Il loro territorio tradizionale è il fertile altopiano centrale del Kenya, che essi coltivano.

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Africa: I Mostri dei Bantu,

Nelle mitologie bantu si trovano diverse figure di creature mostruose, chiamate amazimu in zulu o madimo, madimu, zimwi in altre lingue.

Nella letteratura in lingua inglese si parla in genere di orchi, in quanto una delle loro caratteristiche più comuni è quella di essere divoratori di uomini. Possono assumere la forma di uomini o di animali (per esempio i Chaga del Kilimanjaro raccontano di un mostro con sembianze di leopardo), e talvolta hanno il potere di trasformare in animali gli uomini. Una categoria particolare di mostri è rappresentata dai cadaveri resuscitati e mutilati, come gli umkovu della tradizione zulu, o i ndondocha degli Yao.

La vita dopo la morte

Tutti i bantu credono nella vita dopo la morte, sebbene non nel senso di una vita immortale alla maniera dei cristiani; piuttosto, essi ritengono che gli spiriti dei morti continuino a vivere e possano influire sul mondo dei vivi. Questa esistenza a livello spirituale viene concepita come limitata nel tempo; gli spiriti dei morti continuano a vivere.
Pertanto, lo spirito dei grandi re e degli eroi - di cui sopravvive il ricordo nella tradizione orale - vive per secoli,Essi vengono esplicitamente consultati in diverse occasioni, per esempio prima di intraprendere un lungo viaggio. Se una persona mentre quello delle persone comuni si estingue nel giro di poche generazioni. Gli spiriti dei morti possono comunicare con i vivi attraverso in vari modi - in sogno, per mezzo di presagi, o con l'intervento di un divinatore.

 

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La nascita dell'uomo per i Bantu


La nascita dell'uomo è raccontata in modi diversi in diverse mitologie bantu. Una immagine piuttosto diffusa è che i primi uomini siano nati da una pianta (per esempio da una canna o da un canneto per gli Zulu e i Tonga e da un albero chiamato Omumborombonga, situato nel Kaokoveld, per gli Herero). In altre tradizioni, i primi uomini uscirono da una caverna o da un buco nel terreno.

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Il dio dei Bantu


in tutte le culture tradizionali bantu esiste l'idea di un Dio unico supremo, sebbene questa figura sia spesso poco definita, o dotata di caratterizzazioni specifiche variabili (alcune culture per esempio fanno coincidere Dio con il Sole, o con il più antico degli antenati).

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La civiltà Bantu

I gruppi etnici che appartengono al gruppo bantu sono suddivisi in due sottofamiglie principali, divisi circa 3500 anni fa: i bantu orientali includono i Kikuyu (Kenya), gli Zulu (Sudafrica), gli Xhosa (Sudafrica),

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I Mijinkende

I mijikenda sono un gruppo di etnie africane che vivono sulla costa dal sud della Somaliaal nord della Tanzania. La grande maggioranza vive quindi in Kenya. Il nome significa le nove città e deriva dallo SWahili. Mji significa città (miji è il plurale), kenda è l'antico nome di origine bantu del numero nove (oggi il swahili usa tisa, dall’arabo). La parola miji sembra riferirsi non tanto a città specifiche, ma piuttosto a dei luoghi santi, i kaya.

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